Mentre a Seoul , di cui conservo personale osmotica memoria con l’arrivo trionfale di Gelindo Bordin ( a conclusione dei Giochi Olimpici 1988 ) la Corea del Sud accenna al Harakiri e quella del Nord le offre il pugnale , mentre intorno a Raqqa aleggiano le note di “arrivano i nostri” con i marines USA, a conferma che l’ISIS era ed è un artificio creato e tenuto in vita per ragioni pelose, noi del Comitato Nazionale Italiano Fair Play ci incontriamo ad Alghero per consegnarle la bandiera della pace e delle buone prassi, il testimone dell’etica e dell’integrazione, della inclusione e comprensione, per rilanciare l’area del Mediterraneo verso un futuro diverso e migliore. Alghero, crocevia di culture, merita il titolo di “CAPITALE MEDITERRANEA DEL FAIR PLAY” per la sua grande sofferta ma strategica storia, matrice della civiltà d’Oriente e d’Occidente. Per la mia Associazione Benemerita si tratterà del ventitreesimo appuntamento congressuale, con un bilancio di tutto riguardo, alla vigilia di una grande azione sui temi del fair play in tutte le scuole primarie italiane, di concerto con il CONI e i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro/Politiche Sociali, nonché del DOMITIANUS INTERNATIONAL FAIR PLAY AWARD, previsto per il 5 giugno nel Salone d’Onore del CONI a Roma.. Ed è proprio nel campo della Responsabilità Sociale, che si orienta il nostro divenire, sempre più consapevole del retaggio passato e della necessità di cambiamento, di adeguamento al passo con il crescente trend dell’innovazione e del cambiamento nella società civile, di cui siamo al servizio. La pratica dello sport ha un compito straordinariamente importante per la collettività, ben oltre lo spettacolo e gli allori nazionali, ovvero quello della tutela della salute e la promozione del rispetto, regole non scritte ma valide per tutti. L’ Homo Ludens, come insegna Johan Huizinga, è dentro di noi e da tre millenni ed è deterrente fondamentale per la nostra evoluzione, nel bene, più che nel male.
Homo ludens
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